Li noto per dire la opinione d'allora, ma computo non giusto era; potevano i giornali sapere tutto? E s'era in principio; e mentre dai monti si cercavano, ardevano Pontelandolfo e Casalduni, di cui or mi tocca dire la tragedia nefanda. Terre a tre miglia l'una dall'altra, quella ha cinquemila abitanti, questa tremila, ambe a mezzod. Erano mali umori nel paese, pieni i monti di reazionarii, i popolani guatavano bieco i novatori, odiavano i Piemontesi. Un Fusco di Casalduni, chiesto dal municipio a presentare il figlio soldato, rispose: . Molti sparivano dalle case; si sussurrava di reazione, gli animi si gonfiavano. Il delegato, fermatosi a Casalduni, rattiene cinquanta guardie mobili che da Benevento andavano a Cerreto, e li alloggia in una chiesa, non per bisogno, ma per isfregio.
Il Sergente Hartman approva questo articolo! Ma non montarti troppo la testa, sacco di merda!
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Se non che l'intendente di Cerreto volle a s. Sul vespro del 7 un Cosmo Giordano con solo quindici uomini entra in Pontelandolfo, gridando Francesco: era fiera, gran popolo, grand'ire represse; scoppia com'eco immensa Viva Francesco II; e al clero ch'era in processione alla cappella S. Donato, fanno cantare il Te Deum. Il popolo mena le campane a stormo, abbatte le croci sabaude, alza i gigli, arde gli archivii del giudicato e del comune, piglia l'arme de' Nazionali, straccia le bandiere, apre le carceri, e fa tre omicidii: un Vitale colpito per isbaglio da una palla diretta allo stemma, un Tedeschi di S.
Lupo, creduto spia, e un Michelangelo Perugini, liberaluccio, cui arsero anche la casa. Alle case di tre italianissimi, Iadonisio, Melchiorre e Sforza, tolsero qualche mobile, senza pi.
La dimane schiusero il fondaco del sale al Iadonisio; ma poco sale e tabacco, e niente moneta si trov. I tornanti dalla fiera la sera del 7 appiccano quella febbre a Casalduni: si grida Francesco e Sofia, s'impongono lumi e bandiere bianche a tutte case; vanno a pezzi le immagini di Vittorio e Garibaldi, e gli stemmi sardi; quei de' Borboni ripongono. IL sindaco e un tenente de Blasio chiamano i Nazionali, niuno si presenta, tutti erano reazionarii; per. La notte i giovani chiedevano arme, crebbero al mattino; s'ebbero sei fucili, e preseli un Filippo Corbo dicentesi capo; ma i tumultuanti, strappatigli, corsero incontro a nuova turba, che menava un De Angelis carbonaro del 1. Garibaldino, e ad altra gente de' villaggi con rami d'ulivo gridante Francesco. Il sindaco die' a un Giuseppe Leone, ex sergente borboniano, il carico di tenere la quiete; il quale con la riverita divisa, ubbidendogli la plebe, ottenne anche la libert. Ma costui fuggendo per Fragneto Monforte, caduto in altri reazionarii, peri'.
In Fragneto- Monforte e Campolattaro, paeselli propinqui, pure si reagiva. A' 1. 0 cantarono il Te Deum, arsero la scheda di notar Nardone, e 'l mobile d'un D'Agostino, cavaliero borbonico, tramutato piemontista. Cosmo Giordano, il 9, svaligiata la posta, ne prese i cavalli; e rientrato in Pontelandolfo, agguant. I suoi si fornivano d'arme, munizioni, vestiti e danari, chiedendone a' possidenti de' dintorni.
In Casalduni il Leone, tenuto dal sindaco a soldo, serb. Se le bande del Matese scendevano, movevano tutta la provincia; ma spartite; guardando al poco e al presente, niente fecero; eccetto che il 1. S. Lupo; e trovatovi i Sardi barricati, dopo alquanti colpi, se n'andarono. Stato di tutte bandiere, aveva ottenuto il comando de' Nazionali del distretto; ma con quell'ordine di carta, non trovato i Nazionali, si stava serrato, aspettando i soldati stranieri. Morte agli scomunicati! L'1. 1 giunsero da Campobasso a Pontelandolfo quarant'uomini del 3.
Uno spedato fu tosto ucciso da' popolani a legnate; gli altri spaventati, avute munizioni dal vicesindaco, serraronsi nella torre ex baronale posta in alto, donde potevano far difesa; ma come assaliti le palle entravano dentro, il tenente volle uscire. Investiti a furore di popolo, piegano a S. Lupo; e trovano sbarrata la via da' Napolitani sbandati, con a capo un Angelo Pica.
Stando tra due fuochi, prima ne cadde uno, ucciso da una donna con un sasso in fronte; cinque perirono per moschettate; gli altri rabbiosi accopparono per vendetta il loro tenente ch'aveali cavati dalla torre; poi fur facile preda dei Napolitani; che menaronli disarmati a Casalduni tutti, fuorch. Il popolo gridava Morte agli scomunicati! E un Nicola Romano, vicesindaco, ch'avea fatto l'imbroglio del plebiscito per Vittorio, temendo ora pagare pena, si sfegatava a gridare con gli altri morte, morte! Il Pica comandante tutta la gente volea salvare i prigionieri; e a sera, visto Casalduni stare in valle, disadatta a difesa, volgea a Pontelandolfo; quando udendo soldatesche da S.
Lupo, retrocesse al largo Spinelle. Preparandosi a zuffa imminente, tem.
Indi per la scorciatoia a Pontelandolfo si ridusse. Il sergente ascoso nelle fratte, scoperto da quei di Ponte, fu menato a sera a Pontelandolfo; e sacramentando non combatterebbe pi. Cosi' fu il solo salvato, e non tenne fede. A Casalduni per sicura nuova di soldati marcianti, niuno ripos. Sull'alba del 1. 4 arriva da Benevento un colonnello Negri con cinquecento non soldati, ma assassini, guidati da due liberali del luogo e dal De Marco. La banda Giordano ridotta a cinquanta, appiattata in un boschetto, alla prima scarica uccide venticinque Sardi; poi, scorto il numero grande, s'allontan. Il Negri aveva il debito d'inseguire a vendetta quelli armati e pugnaci, ma codardamente tir.
Gli abitatori dormivano; il De Marco a salvare i liberali si ficca nel palazzotto di Giovanni Perugino, e manda uffiziali in quel del Iadonisio; i soldati si gittano per le case. L'ora mattutina, la nudit. Due figlioli innocenti d'un Rinaldi ammazzano nelle domestiche mura, avanti a' genitori; una Concetta Biondi, vezzosa giovanetta, uccidono; fucilano un Nicola Biondi sessagenano; a un Giuseppe Santopietro strappano dalle braccia il fantolino, e lui freddano; e mentre sforzano una donna, e pur dalle orecchie le strappano l'anella, accorrendo il marito, lo stendono morto.
Impotenti contro i Tedeschi, contro inermi son prodi. Profanate, saccheggiate le chiese, gittano l'ostie sante, rubano le pissidi, i voti argentei, e sin la corona della Madonna. Due de' manigoldi, al misfatto credono il tempio crolli, e fuggono esterrefatti; dopo due settimane uno torna, si fa la disciplina avanti la sfregiata statua, e lagrimando s'incolpa e chiede perdono, dicendo il compagno derubatore della pisside esser morto.
Durato due ore il sacco e l'uccisione, il Negri, a nascondere sue perdite, arse avanti la cappella S. Rocco i venticinque cadaveri de' suoi uccisi; poi temendo esser sorpreso da' tornanti reazionarii, volt. Lupo con seguito di mascalzoni guidati da quel tristo del Jacobelli, credendo sorprendere la popolazione, entrarono da pi.
Un Tommaso Lucente da Sepino, adottato da un Mazzarella ricco, stato blandito da' Borboni, ingrato pur contro il paese della sua fortuna, precedeva i soldati, indicando le case da ardere, prima quella del sindaco Ursini. In ogni parte sacco, lascivia, incendii; nudi i cittadini fuggivano dalle fiamme; chi bastonato era, chi ammazzato. Il vecchio arciprete fugge in camicia, e ne more indi a poco. Un malato, rizzandosi sul letto per ispavento, . Ugual ruina che a Pontelandolfo, ma meno sangue; perch. E similmente dopo tre ore i bravi incendiarii, temendo tornassero i Briganti, retrocessero abbottinati a S.
Lupo; onde del pari i cittadini poterono lavorare a spegnere il foco. Ma in quel funesto giorno 1. L'Ursini sindaco di Casalduni, carco di donne e fanciulli, allenato per lungo cammino, entrando sull'imbrunire in Benevento, . La dimane quei trionfatori d'inoffensive mura nunziavano con cinico laconismo per telegrafo al mondo: .
E la trista Europa guardava. Rocco, senza far male a nessuno; n. Lupo a un passo, osarono assalirli. Quando se n'erano iti, dopo alquanti d. Ne presero oltre a quattrocento tra Pontelandolfo, Casalduni e Campolattaro; alcuni f.